«Passa, come un malaugurato uccello notturno, sulla città e sulla campagna, e i vetri tremano al suo rombo sinistro, e gli uomini chiusi nelle case o nelle fattorie lo seguono con il pensiero mentre si avvicina, vola sopra la casa, si allontana…» Durante la seconda guerra mondiale l’alta Italia, occupata dai nazisti, era funestata da un’oscura presenza, un fantasma dalle sembianze di un aeroplano. Il suo nome era “Pippo”.
Il Miracolo sul ghiaccio
Credete nei miracoli? Al Michaels nel 1980 rispose di SI. E con lui un’intera nazione. Di fronte agli occhi increduli del mondo intero una squadra di sconosciuti ragazzi americani aveva sconfitto una delle formazioni più forti di sempre. Si trattava di una partita di Hockey sul ghiaccio. Si trattava di USA contro URSS. L’impresa di quei ragazzi fu ribattezzata il “Miracolo sul Ghiaccio” e questa è la loro storia.
Il Football americano e il Super Bowl
Negli Stati Uniti la settimana che precede il Superbowl è vissuta come una festa, con innumerevoli eventi collaterali che attirano migliaia di persone e con un enorme ritorno in introiti per la città ospitante. Di fatto “la domenica del Super Bowl” è una festività nazionale laica e come tale viene celebrata. Qualcuno si è preso la briga di stimare in 800 milioni di dollari il danno causato dal calo di produttività dei lavoratori dovuto alla discussione sulla partita, alle scommesse e alla navigazione online in cerca di nuovi televisori.
Operazione “Kama”: l’importanza di dire “niet”
Una storia che inizia al freddo del fiordo di Murmansk, sul mare di Barents, e finisce al caldo del mar dei Caraibi, al largo di Cuba. La storia di un ufficiale che, seppure all’oscuro del rapido susseguirsi di avvenimenti che stavano lasciando il mondo col fiato sospeso, ebbe il coraggio di dire «niet». La storia di come, nel 1962, siamo stati ad un passo dalla fine del mondo. E, per una volta, davvero.
Jeffrey’s Hook, il piccolo faro rosso di Manhattan
C’era una volta un piccolo faro rosso, orgoglioso di guidare le navi sul fiume Hudson. Un giorno, proprio sopra di lui, fu costruito un grande ponte grigio con piloni altissimi su cui svettavano grandi luci ed il faro pensò di essere ormai inutile. Una notte però il guardiano tardò ad accenderlo perché aveva smarrito le chiavi, il maltempo nascose le luci del ponte alla vista di un rimorchiatore, che in balia delle onde naufragò sulla riva del fiume. Fu proprio il grande ponte a rimproverare il piccolo faro, che da quel momento fu consapevole del proprio ruolo e tornò a sentirsi utile e a guidare le navi con la sua luce. Si dice che le favole abbiano un fondo di verità, ma questa fu addirittura profetica.
Altamont: la “anti-Woodstock” del West
Altamont, California, 1969. Quattro mesi dopo l’evento che segnò la nascita del sogno hippie, dall’altra parte dell’America si tenne la “Woodstock del West”. Se nelle intenzioni la contrapposizione doveva essere solo geografica, il concerto sarebbe stato invece ricordato come la “nemesi” di Woodstock, il tramonto di ciò che sulla East Coast aveva avuto inizio. Complice la pessima scelta di affidare la sicurezza agli Hell’s Angels…