Da animali a dèi. Breve storia dell’umanità

Da animali a dèi. Breve storia dell’umanità

€ 22,00€ 18,70
Autore: Yuval Noah Harari
Generi: Divulgazione scientifica, Saggistica
Tag: scienze sociali, storia
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2014
Lunghezza: 534 p.
ASIN: 8845275906
ISBN: 9788845275906

Un libro che racconta in modo semplice ed immediato tutte le fasi che hanno portato l'essere umano alla società complessa che oggi conosciamo ed in cui viviamo...

“Da animali a dei” di Yuval Noah Harari è un libro che racconta in modo semplice ed immediato tutte le fasi che hanno portato l’essere umano alla società complessa che oggi conosciamo ed in cui viviamo. Quattro sono stati i momenti salienti dello sviluppo e dell’evoluzione umana: la rivoluzione cognitiva, la rivoluzione agricola, la creazione del villaggio globale e la rivoluzione scientifica. Col termine di rivoluzione cognitiva si intende il momento in cui l’uomo ha cominciato a separarsi dagli altri animali ed a procedere verso l’organizzazione sociale che lo contraddistingue attraverso lo sviluppo di una capacità che è assente nei non umani: la capacità di creare i miti. Tutti gli animali superiori sono organizzati in società più o meno complesse. Tuttavia, il numero di individui che può far parte di queste società senza che esse esplodano nel caos è molto limitato. È stato calcolato che il numero massimo di individui in una società complessa prima che essa si disintegri è pari a circa 150 unità. Solo gli esseri umani sono in grado di convivere in società fatte di milioni di individui. Questo è possibile, secondo l’autore, perché gli Homo sapiens sono gli unici animali ad usare i miti per controllare il comportamento individuale e mantenere legati gli uni agli altri. Di sicuro un essere umano è molto più debole, meno veloce e meno feroce di un leone affamato o di un elefante arrabbiato. In uno scontro uno contro uno, ad avere la peggio è certamente l’uomo. Tuttavia, l’uso del mito consente agli umani di agire come una sorta di superorganismo che è in grado di sconfiggere sia il leone che l’elefante. Quali sono i miti in grado di unire gli Homo sapiens in società complesse fatte da molti più di 150 individui? La religione, per esempio. Un cristiano Europeo si sente sicuramente accomunato in fede con un cristiano della Tasmania, con uno della Colombia e così via di seguito. Ecco, quindi, che, benché fisicamente distanti, il cristiano Europeo può correre in aiuto dei suoi correligionari in qualsiasi parte del mondo perché accomunati dalla stessa cultura mitologica. Altro mito è la nazione. Un Siciliano ed un Piemontese, sebbene differenti per locazione geografica, possono combattere insieme e difendere l’un l’altro perché entrambi hanno in comune il mito della nazione e dei confini. La nascita del “mito” ha sicuramente aiutato la successiva fase evolutiva identificata con la rivoluzione agricola, ovvero il momento in cui si è passati dalla fase nomade caccia/raccolta a quella stanziale coltivazione e stoccaggio degli alimenti. In questa fase, il mito ha contribuito all’accrescimento del numero di individui in grado di vivere assieme e cooperare e di portare a quello che oggi viene identificato come villaggio globale. L’aumento delle dimensioni delle società umane ha portato, poi, alla rivoluzione scientifica che ha aumentato esponenzialmente le capacità umane di controllare la natura. La rivoluzione scientifica ha abbattuto molti miti ma ha avuto (ed ha) come svantaggio quello di aver sostituito i miti canonici, quali la religione, con il mito “scienza”. Infatti dal momento che, grazie allo sviluppo scientifico, la religione non è più in grado di soddisfare appieno le esigenze individuali quali le certezze in verità assolute, la scienza è diventata la nuova religione e gli scienziati i suoi sacerdoti. Per molte persone, oggi, la scienza è vista come depositaria di verità assolute travisando completamente quello che è il senso delka ricerca scientifica in generale. Il libro di Harari é veramente avvincente e si legge molto velocemente. Tuttavia, in questa prima edizione Italiana ci sono moltissimi errori di editing e alcuni paragrafi ripetuti. A quanto sembra, la casa editrice non ha fatto un buon lavoro di revisione. Si spera che nelle edizioni successive questi errori vengano corretti.

Pellegrino Conte

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