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tripolina

In dizionario di Silvio DellʼAcqua

sedia pieghevole con struttura il legno e seduta in tessuto. Il nome deriva dalla città dove venivano prodotte: Tripoli, in Libia (allora colonia italiana). Inoltre, per la facilità di trasporto, furono in dotazione alle forze armate italiane durante la guerra di Libia del 1922 – 1932 contro i Senussi di Omar Mukhtar e i gruppi autonomisti della Tripolitania (riconquista della Libia). L’origine della sedia risale però al 1881, quando l’inventore inglese Joseph Beverley Fenby depositò negli USA il brevetto per una sedia pieghevole, poi presentata alla fiera di Saint Louis nel 1904. La sedia di Fenby divenne modello di riferimento per numerose imitazioni, tra cui quella prodotta in India come sedia campale per le forze armate britanniche. La versione italiana era prodotta a Tripoli dalla ditta Paolo Viganò e fu soprannominata appunto “tripolina”, termine che sarebbe poi diventato nome comune di questo tipo di seduta. Il design della sedia di Fenby ispirò altri modelli di sedie pieghevoli, tra i quali la “Paragon” venduta da Harrods dal 1895 e la celebre BKF nota anche come “Butterfly” del 1940, di Bonet–Kurchan–Ferrari (allievi di Le Corbusier).

Le tripoline (o tripolini) sono anche un tipo di pasta lunga pugliese e siciliana, simili alle “reginette” ma ondulate su un solo lato, il cui nome è sempre ispirato alla colonia libica.

In alto: sedia “Paragon” di Harrods, 1940 (Commons/CC-BY-SA 3.0).