spauracchio, spaventapasseri, fantoccio che incute timore e spavento:
Ora sembrano tutte carcasse di cenere, senza nemmeno un granello del pathos che solitamente le muove, feticci agghindati e ghignanti, spaventacchi sacrali.
Angelo Maria Ripellino, Praga Magica (1973) cap. 85.
Se pure una ne fu, indossa i panni dello spaventacchio / alzato a malapena su una scacchiera di viti.
Eugenio Montale, La Musa in Diario del ’71 e ’72 (Mondadori, 1973) pag. 30
Dal verbo spaventare con il suffisso –acchio, che ha valore strumentale e diminutivo/attenuativo (Treccani). La voce compare sin dalla 1ª edizione del Vocabolario degli accademici della Crusca dal 1612 («Cencio, o straccio, che si mette ne’ campi sopra una mazza, o in su gli alberi, per ispaventar gli uccelli») è registrata come arcaica nel già 1872 dal Nuovo Dizionario della Lingua Italiana del Tommaseo–Bellini (Lingua Nostra, op. cit.). Ciò nonostante si rileva ancora nel 1973 nel Diario del Montale e nella Praga Magica di Ripellino, opere con una elevata incidenza di voci inconsuete. Risale probabilmente al XVI secolo, in quanto ne fa uso Pietro Aretino nelle Sei Giornate:
Il merendone spaventacchio delle altalene, le dice: “Che cosa è? eccomi qui al piacer vostro: io son servidore della signora sono”; …
Pietro Aretino, Sei Giornate (1534)
- Aquilecchia, Giovanni in Lingua Nostra Vol. XXXVIII fasc. 3-4, settembre-ottobre 1977. Pag. 117.
- “spaventacchio” in Vocabolario degli accademici della Crusca, 1ª edizione 1612. Pag. 828.
- Tommaseo–Bellini, “spaventaccio” in Nuovo dizionario della lingua italiana, Vol IV 1872- P. 1071.
- “spaventàcchio“in Vocabolario online. Treccani. Web.
- “–àcchio” in Vocabolario online. Treccani. Web.
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