espressione francese che significa letteralmente maestro di pensiero (in francese maître significa padrone, maestro o anche direttore d’albergo o di ristorante); può essere scritto anche senza ifenazione (trattini): maître à penser. Attestata in italiano dal 1977, si riferisce ad una guida morale, una persona intellettuale che con le proprie idee ed opere è fonte di ispirazione o esercita influenza nella società, in un determinato ambiente o gruppo. In italiano, e specie nel linguaggio giornalistico, è però utilizzata più spesso in senso ironico o spregiativo, che elogiativo:
E il maître-à-penser disse «Affacciamoci alla finestra…» sui muri e sulle metropolitane…
La Stampa 27/04/1994 – nº 113 pag. 15
Sebbene generalmente i forestierismi non adattati siano invariabili al plurale[1] («i maître-à-penser» sarebbe corretto), è talvolta utilizzata anche la forma plurale francese maîtres-à-penser:
Burocrati incompetenti, ma selezionati, maîtres-à-penser del nulla
La Stampa 10/02/1996 – nº 40 pag. 16
Sebbene più raro, si incontra anche nella variante declinata al femminile maîtresse-à-penser (plurale maîtresses-à-penser); che tuttavia rischia di risultare in un doppiosenso offensivo, in quanto con maitresse in italiano si indicava già la tenutaria di una casa di tolleranza o una prostituta (1957).[2] Pertanto, è utilizzato praticamente solo come “gioco di parole”.
Maitresses-à-penser nude alla meta
La Stampa 09/06/1993 – nº 157 pag. 21
Blueangy, la maîtresse à penser
L’Unità, 13 maggio 2009 pag 12 (PDF)
- [1]cfr. “plurale dei forestierismi non adattati“, Accademia della Crusca.↩
- [2]“maîtresse” in il Sabatini Coletti, Corriere dela Sera, web.↩
- Cortelazzo, Manlio e Ugo Cardinale Dizionario di parole nuove 1964 – 1984. Torino: Loescher Editore, 1986. Pag. 104
- “maître à penser” in Il Sabatini Coletti, in Corriere della Sera. Web.
In alto: murale a Istambul, foto di Collab Media su Unsplash