anche busilli; difficoltà, punto difficile, nodo della questione; specie in espressioni come «qui sta il busillis» e simili:
Lo prese per mano e lo condusse verso la porta, facendogli coraggio tuttavia; ma diceva intanto in cuor suo: — aqui està el busillis! Dios nos valga!—
Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi (1825 – 1827), capitolo XIII
Un uomo come te non scomoda un uomo come me pel semplice piacere di fare una chiacchierata come un vecchio paio di amici. Andiamo dunque al busillis. Che mi vuoi tu?
Ferdinando Petruccelli della Gattina – I suicidi di Parigi (1876) Episodio primo – III
…alle volte vivono come i frati, e quando siamo lì al busillis, tràcchete, è qua la signora con le lagrime e con le unghie.
Antonio Fogazzaro, Malombra (1881), capitolo I
Proprio il prezzo di sofferenze e incagli del venditore darà il tono all’operazione, ed è il busillis del negoziato, che va chiuso entro 20 giorni, quando la BCE esigerà una soluzione…
A. Greco, Repubblica, 6 luglio 2019
Deriverebbe da un’errata sillabazione della frase tardo-latina in diebus illis usata nei Vangeli, dal significato letterale: “in quei giorni”. La tradizione fa risalire l’origine di questa espressione al XII secolo quando un amanuense, ricopiando un testo, incorse nelle parole in diebus illis magnis plenæ (“in quei giorni c’erano grandi ricchezze”), che interpretò erroneamente come indie busillis magnis plenæ (“nelle Indie c’era abbondanza di grandi busilli”). Va detto che fino al VII-VIII secolo circa i testi in latino non avevano la spaziatura tra le parole, il che poteva facilmente indurre in errori simili i lettori inesperti. Secondo quanto racconta lo storico e scrittore gallese Giraldus Cambrensis (1146 – 1223) nella Gemma Ecclesiastica, un chierico chiese al teologo Johanne Cornubiensi (Giovanni di Cornovaglia) chi fosse “Busillis”, pensando che fosse il nome di un re o di un qualche grand’uomo. Il maestro chiese dove avesse letto quel nome e il chierico rispose che si trovava nel messale, indicando le parole «in die» all’inizio di una colonna e «bus illis» all’inizio della successiva: parole che, sillabate correttamente, si leggono “in diebus illis” (“in quei giorni”). Il maestro Giovanni rispose che quella parola oscura aveva origine divina e avrebbe dovuto discuterla con i suoi allievi alla prossima lezione. Quando lo fece, portò invece questo aneddoto, insieme ad altri episodi analoghi, come esempio dell’ignoranza e della mancanza di letture da parte degli ecclesiastici, suscitando l’ilarità della classe.
- Pianigiani, Ottorino “busillis” Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana, 1907. <etimo.it>
- “busillis” in Vocabolario online. Treccani. Web.
- Giraldus Cambrensis, Gemma Ecclesiastica, II, cap. 35 [Enormitatum exempla quae ex imperitia sacerdotum et illiteratura proveniunt] ed. London, 1862 – p. 343
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