Il piacere del cibo

In Scienza di Alessandro Pintus

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Boris Kustodiev, “Извозчик в трактире” (Coachman at Traktir), 1920 – The I. Brodsky Museum, St. Petersburg, Russia (Commons).

Una digressione prima di cominciare: il piacere. Perché fare sesso è piacevole? Domanda sciocca? La risposta è meno semplice di quello che sembra. Il sesso è il modo energeticamente più dispendioso per riprodursi eppure l’ambiente ha permesso che una percentuale estremamente elevata di specie animali “spendaccione” prosperasse. Quale vantaggio ne hanno ricevuto e come si è sviluppata questa pulsione all’atto sessuale? Insomma, la riproduzione attraverso l’attività sessuale consiste, a seconda delle specie (e delle culture), in molteplici azioni di diversa natura e complessità tra le quali la ricerca del partner, la competizione, i rituali di corteggiamento e l’atto sessuale propriamente detto. Gli animali non pensano alla riproduzione. Fanno sesso per istinto, perché l’attività sessuale produce piacere, chiave di volta del loro comportamento. Il piacere è il sistema gratificativo neurochimico che ha permesso l’evolversi di attività estremamente complesse e costose. Il piacere nei mammiferi superiori è finemente sviluppato. La sua base è il sistema azione-ricompensa che consiste nel rilascio di dopamina in alcune regioni del sistema nervoso centrale quali il nucleo accumbens, il nucleo del setto, l’amigdala, e la corteccia prefrontale a seguito della soddisfazione di una necessità. Una volta gratificato, il cervello richiede la ripetizione della stessa azione per soddisfare la stessa necessità in un sistema a rinforzo positivo. Insomma più ne fai e più ne vorrai fare, per dirla in breve, non importa quanto sia faticoso, pericoloso o difficile. Questo meccanismo riesce a slegare un’azione dal suo beneficio immediato permettendo il raggiungimento di benefici a lungo termine. Nel caso del sesso questi benefici sono molteplici. Aumentano enormemente le occasioni riproduttive, lo scambio genetico nella popolazione e la competizione, migliorando quindi la selezione di individui più resistenti all’ambiente (gli umani utilizzano anche criteri culturali per la selezione del partner). Inoltre la liberazione di ossitocina durante l’atto sessuale rinsalda i legami tra gli individui permettendo coppie stabili per un periodo più lungo, fondamentali per l’educazione di prole inetta. Nell’uomo questo meccanismo ha creato le basi per il trasferimento di un sapere indotto, ovvero insegnato, indispensabile per lo sviluppo culturale della specie. Pensate se ogni bambino dovesse scoprire da capo l’utilità del fuoco e la sua conservazione!

Perché questa premessa? Perché la cucina è il modo più dispendioso per alimentarsi. Costruire una casa è il modo più dispendioso per ripararsi dalle intemperie. Cosa spinse un animale occupato prevalentemente a sopravvivere a tentare strade pericolose come quelle dell’invenzione e della creatività? Abbiamo detto che il piacere spinge le specie animali a superare la naturale tendenza al risparmio energetico e questo crea un’enorme quantità di “energia libera” che può essere utilizzata per attività ancora più complesse e umane. Le attività creative provocano piacere sia durante il loro svolgimento che grazie ai loro risultati e il meccanismo di rinforzo positivo è evidente.
Cucinare significa trasformare il cibo in modo che esso sia maggiormente conservabile e disponibile, digeribile e ovviamente migliore al palato. Ecco perché strapaghiamo gli chef! Siamo stati plasmati durante tutta la nostra evoluzione culturale alla ricerca del piacere e tutte le nostre società danno valore ad individui capaci di creare cose piacevoli. Li abbiamo chiamati artisti.

Bibliografia